BATTAGLIA SU PAGAMENTI E DETRAIBILITÀ SPESE MEDICHE

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Dopo l’introduzione, nell’ultima legge di bilancio, della norma che impone l’obbligo del pagamento con mezzi tracciati delle prestazioni sanitarie rese all’interno di strutture private non convenzionate con il servizio sanitario nazionale, tra cui rientrano anche le visite odontoiatriche, pena la perdita delle detrazioni IRPEF, continuano le proteste da parte di professionisti e cittadini sulla impraticabilità oggettiva del provvedimento per larga parte della popolazione italiana.

Sul fronte politico sono due gli emendamenti presentati nel cosiddetto “milleproroghe”, i quali domandano a gran voce che i pagamenti in contanti possano tornare a beneficiare della normale detraibilità. Uno porta la firma dell’On. Rossana Boldi (Lega), Vice Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera del Deputati, mentre l’altro emendamento è stato presentato dall’On. Raffaele Nevi (FI) e sottoscritto in collaborazione con l’On. Andrea Mandelli (FI), responsabile per i rapporti con le libere professioni di Forza Italia.

“A fare le spese della misura introdotta non sono i grandi evasori, ma la generalità dei contribuenti ed in particolare, la fascia più anziana della popolazione – ha dichiarato Rossana Boldi – che più delle altre ha la necessità di rivolgersi ai medici ed alle strutture sanitarie per ricevere assistenza, anche in regime privato, e più delle altre ha difficoltà nell’adeguarsi ai nuovi strumenti di pagamento.”

Infatti, come ha sottolineato Raffaele Nevi, sono proprio i pensionati, in maggior misura quelli residenti nei piccoli comuni, specie se montani, dove le infrastrutture e i servizi sono carenti e più difficilmente accessibili, che si troveranno a essere i più colpiti da questo provvedimento. In queste aree, il contante rappresenta ancora l’unica forma di pagamento utilizzata da un alto numero di persone.

“Non c’è dubbio che questa sia una battaglia corretta e necessaria – conferma Nevi – che oltre a danneggiare sia i cittadini che i professionisti, rischia di sortire l’effetto contrario sul piano del contrasto all’evasione fiscale. Lo Stato deve fare la sua parte, affiancando alle esigenze di tracciabilità dei pagamenti uno sgravio sui costi bancari e un regime premiale nei confronti di chi utilizza pagamenti elettronici, anziché punire i cittadini impedendo la detraibilità delle spese sanitarie, se pagate in contanti”.

“Questa stretta sui pagamenti in contanti, particolarmente in ambito sanitario, complica inutilmente la trafila degli adempimenti burocratici che i contribuenti italiani sono tenuti ad osservare per vedere riconosciuti i propri diritti in sede di dichiarazione dei redditi – ribadisce Boldi – nasce dal pregiudizio, intollerabile, che contante significa evasione. Tale presunzione viene seccamente smentita in una lettera indirizzata dalla BCE proprio al Governo italiano, dove si rammenta che la possibilità di pagare in contanti è particolarmente importante per taluni gruppi sociali”.

 Per quanto riguarda ANDI sarà costante la pressione che si continuerà ad esercitare sui decisori politici per far loro modificare tale misura, sia per favorire l’accessibilità delle cure per i cittadini sia per ridurre le quotidiane proteste e difficoltà che tale decisione ha comportato per ogni studio odontoiatrico, alle prese con tanti cittadini che non capiscono né apprezzano questo nuovo obbligo.