Cosa fare in caso di positività COVID-19

Sebbene la categoria odontoiatrica sia considerata ad alto rischio, di fatto, lo studio dentistico si conferma un luogo estremamente sicuro. Lo attesta l’ultimo rapporto INAIL,  che non ha registrato alcuna denuncia tra il personale dipendente all’interno degli ambulatori odontoiatrici, così come la ricerca effettuata oltreoceano dall’ADA e pubblicata sull’house organ dell’American Dental Association, che indica una percentuale di dentisti statunitensi contagiati inferiore all’uno per cento (leggi articolo).

La Commissione Sindacale Nazionale ANDI e la Commissione 81/08 con i rispettivi coordinatori, guidati dal Segretario sindacale nazionale, Corrado Bondi, hanno elaborato una serie di indicazioni per gli Associati che saranno accessibili dalla piattaforma Brain a partire dal 6 novembre p.v.

Tali indicazioni potranno essere utilizzate a integrazione del DVR Coronavirus già esistente.

Allo stato attuale nessuno dei Dpcm susseguitisi a contrasto dell’epidemia in corso prevede restrizioni all’attività assistenziale degli Odontoiatri e ANDI, forte della garanzia e della sicurezza delle procedure validate e messe in atto, non intende comunque accettare limitazioni dell’attività professionale o il suo accostamento ad altre categorie come parrucchieri, estetisti, tatuatori o centri benessere come in passato è avvenuto.

È peraltro evidente come le forti restrizioni agli spostamenti dei cittadini in essere e in divenire siano fonte di preoccupazione per le ricadute dirette e indirette che colpiscono la categoria odontoiatrica, soprattutto i più giovani, e che lo Stato abbia il dovere di predisporre delle adeguate coperture finanziarie per l’indennizzo economico compensativo alle restrizioni introdotte.