Dall’Analisi Congiunturale ANDI 2023 luci e ombre della professione odontoiatrica

Condividi su:

Nel corso della presentazione dell’Analisi Congiunturale sulla professione odontoiatrica avvenuta a Expodental Meeting di Rimini, è stato, come di consueto, definito il quadro aggiornato e le tendenze che ne conseguono. Si prospetta una professione che percepisce come il contesto socioeconomico sia in movimento e che il modello professionale tradizionale non potrà uscirne indenne. 

Tra gli aspetti più significativi si riscontra la persistenza di uno stato di crisi e una resilienza orientata positivamente ad un recupero, anche se così non è stato e sono ancora presenti divaricazioni territoriali e generazionali, così come sulle capacità di produrre reddito.

Il dato di fondo entro cui inquadrare i risultati dell’indagine è la crescita del numero dei dentisti nell’ultimo decennio a fronte di una diminuzione della popolazione italiana che rende problematico il rapporto tra dentisti e cittadini.

Dal 2011 al 2022 è più che triplicata la percentuale dei dentisti in pensione che continuano a lavorare; segno dell’inverno demografico italiano e della necessità di questa fascia d’età di continuare a produrre reddito. Nel loro insieme i dati mostrano come il dentista italiano sia prevalentemente un dentista generalista, che riassume in sé la maggior parte dell’impegno operativo e professionale e, soprattutto, un dentista molto attivo nel cercare occasioni di lavoro che vanno anche oltre il suo studio principale.

C’è consapevolezza (in parte speranza) che la fase più negativa del ciclo avviatasi con la pandemia si sia normalizzata. C’è, però, incertezza diffusa in quanto stanno lentamente declinando i pilastri dell’odontoiatria tradizionale.

Guardando a tutto l’universo dei dentisti, mentre nel 2020 si era registrata una drastica diminuzione dell’incasso, questa, rispetto al 2021 anno del recupero, si è ridotta al -0,3% nel 2022, dato che rappresenta un passo avanti verso una situazione complessiva di quasi normalità. 

Si evidenzia anche la responsabilità della categoria, con le tariffe che sono salite molto meno dei costi e ciò fa presupporre che i dentisti in parte abbiano assorbito su loro stessi gli aumenti.

Dall’Analisi risulta evidente che  permane la percezione collettiva di una fase di incertezza e allo stesso tempo un segno di miglioramento, anziché di stasi a seconda degli aspetti considerati.  

A seguire il video con il commento del Coordinatore del Centro Studi ANDI, Roberto Calandriello.