Fondazione aiuta i bambini in affido in due nuove città

Si aggiungono all’ormai nutrito elenco dei Comuni che hanno aderito al programma “Adotta un sorriso di un bambino”, anche le città di Cremona e Crema. Il progetto, lanciato dalla nostra Fondazione ANDI nel 2011, e che da allora conta una quindicina di accordi tra le sezioni ANDI e gli enti locali dei territori di riferimento, continua a coinvolgere istituzioni e colleghi volontari.
Il nuovo protocollo d’intesa è stato siglato martedì 16 ottobre nella sala Giunta del Palazzo comunale dal Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, da Enrico Carlino, Responsabile in loco del progetto per Fondazione, e da Marco Zanesi, Presidente della locale sezione provinciale ANDI. Erano inoltre presenti alla sottoscrizione, l’Assessore al Welfare di comunità Mauro Platè, i referenti del Servizio e i rappresentanti dell’Associazione di famiglie affidatarie ‘Il Girasole’.
Obiettivo dell’iniziativa grazie alla disponibilità dei nostri colleghi volontari è, come sempre, quello di garantire la diagnosi e la cura gratuita delle patologie odontoiatriche ai minori in difficoltà in carico ai servizi sociali, in questo caso, dei comuni di Cremona, Crema e dei rispettivi ambiti distrettuali. Si tratta di bambini temporaneamente ospiti di comunità educative e comunità familiari oppure inseriti in famiglie affidatarie o affiancati a domicilio da un educatore a causa di fragilità personali e familiari conclamate.
Quella nell’ambito di “Adotta un sorriso di un bambino” è un’attività di volontariato dall’alto standard qualitativo e professionale che i nostri colleghi svolgono all’interno della propria comunità di appartenenza che, oltre a rispondere a un’esigenza concreta, contribuisce a creare una più diffusa cultura della prevenzione. “Dopo le positive esperienze già avviate da Fondazione ANDI in altre città italiane – spiega il dottor Zanesi – siamo molto felici di poter estendere anche alla provincia di Cremona questa iniziativa che costituisce un’altra importante dimostrazione del ruolo sociale che la nostra professione può svolgere a beneficio dell’intera collettività”.