La formazione sindacale per i giovani Odontoiatri: opportunità di lavoro, deontologia e tutela.

Condividi su:
Paola Tonellato

Era un incontro atteso quello che ha coinvolto gli Odontoiatri del gruppo ANDI con i Giovani, il Presidente nazionale, Carlo Ghirlanda, il Segretario nazionale, Sabrina Santaniello e il Segretario sindacale nazionale, Corrado Bondi. All’incontro hanno partecipato, quali esperti di settore, Giorgio Balich, Sottosegretario sindacale nazionale ANDI, Roberto Calandriello, Coordinatore del Centro Studi ANDI, Giovanni Cangemi, vicepresidente nazionale ANDI, Andrea Dili, Consulente ANDI, e Lauro Ferrari, Sottosegretario sindacale nazionale ANDI.

I molti quesiti che erano pervenuti dalle sezioni giovanili sono stati raccolti, selezionati e posti dalla Coordinatrice, Paola Tonellato (Foto), che ha poi sintetizzato i temi di maggior rilevanza nell’intervista che segue.

Quali sono gli strumenti che i giovani Odontoiatri ritengono indispensabili per la professione?

Il grande lavoro da parte di ANDI Nazionale per dare voce ai giovani soci e stimolare la nascita in tutte le province di nuove sezioni ANDI con i Giovani si è evidenziato con l’organizzazione di numerosi eventi soprattutto culturali. Tuttavia noi giovani per la nostra formazione dobbiamo munirci anche di strumenti che siano guida per inserirci e affrontare questa professione nei nostri anni, che non è fatta solo di tematiche prettamente legate alla clinica medica, ma anche alla gestione, all’organizzazione di uno studio e alla tutela della nostra professionalità. Per questo un gruppo di under 35 si è riunito per fare luce sui principali bisogni della generazione.

Quali sono le tipologie di Odontoiatri rappresentate dal gruppo ANDI con i Giovani?

Ricordiamo sempre che ANDI con i Giovani rappresenta comunque una fascia di età ampia, che va dal neo laureato che deve inserirsi nel mondo del lavoro e alla crescita clinica, fino ai 35 anni dove lo sguardo si volge anche a un qualcosa di proprio nella forma classica o nelle nuove formule societarie e/o a perseguire la formula collaborativa con prestazioni sempre più specialistiche e innovative cercando “gli spazi di manovra” per poterlo fare. A tal proposito, quindi, sono stati formulati alcuni temi e proposte da porre a professionisti del settore, sfruttando questa bella opportunità che ANDI ci ha offerto in modo da trarre il meglio e dare corpo e risposta a queste esigenze.

Noi viviamo in un momento storico che ci rende più difficile aprire uno studio, sia per tutta la burocrazia esistente, sia per la disponibilità minore di denaro sia per la non consapevolezza (o mancanza?) di tutele per il giovane che vorrebbe intraprendere questo percorso. Proprio per questo una delle tematiche che ci stanno molto a cuore è il passaggio generazionale, cioè la possibilità di subentrare in uno studio già avviato. La possibilità di avere delle linee guida o normare questa opportunità faciliterebbe molto la crescita professionale e di responsabilità del giovane odontoiatra senza dimenticare chiaramente gli incentivi che anche il titolare dovrà avere.   

Perché ritiene importante per un giovane avere un gruppo di riferimento all’interno di un’associazione come ANDI?                                                                                                                                                               

Quando entriamo in ANDI, ai giovani viene giustamente ricordata l’importanza di far parte sin da subito di un team di colleghi seri che ci facciano crescere con valori deontologici sani e che siano per noi dei buoni maestri. Talvolta questo non è sempre possibile o per poca dimestichezza del giovane all’inserimento nel mondo del lavoro e nell’approccio con gli studi o per mancata opportunità che gli viene poi data dalle catene, sfruttando il giovane collega e portandolo a una forma mentis non propriamente “medica”.  

Quali sono le proposte che ANDI con i Giovani ha ritenuto prioritarie?

Tra le proposte da noi avanzate brevemente indichiamo: strumenti standardizzabili per quantificare il valore di uno studio e del suo avviamento e la necessità di normare la fase intermedia di “passaggio e affiancamento” senior/young in un percorso quantificabile mediamente da diverse pubblicazioni in 8/10 anni (collaborazione, società, riscatto).

Creare un modello che veda il giovane fin da subito parte interessata nel progresso e nello sviluppo dello studio come già utilizzato in America fin dagli anni ’80, con un passaggio progressivo di quote (da adattare naturalmente alla legislatura italiana). Si parla, soprattutto negli ultimi anni, di società SRL gestite anche o esclusivamente con capitali esterni e non da professionisti. Per incentivare la creazione di società tra professionisti del settore, o comunque in maggior misura da odontoiatri, sarebbe essenziale normare fiscalmente e non solo giuridicamente il ruolo delle cosiddette STP o altre formule di aggregazione tra professionisti, che risultino più funzionali al quadro socio-economico odierno, alle esigenze del settore in primis, ma anche ai pazienti, che dagli studi odontoiatrici si aspettano qualcosa di nuovo rispetto al passato.

Normative che rendano questa formula societaria, in assoluto e in ogni caso (fiscale e giuridico), la più vantaggiosa rispetto alle altre. Uno strumento societario che ancora troppo pochi dentisti in Italia scelgono, rispetto alle formule classiche di associazionismo tra professionisti.

Altra tematica molto sentita e in questo periodo di pandemia ancor di più, è la tutela da parte del nostro ente previdenziale Enpam che ad oggi non può esimersi anche dall’aspetto assistenziale del professionista: il libero professionista con rischio di impresa, di infortunio, di padre e madre di famiglia e con nuove esigenze di supporto nella quotidianità nella varie tappe della vita, che in questi anni presentano condizioni sociali ed economiche molto diverse da quelle della generazione precedente. É fondamentale un confronto frequente e sistematico con l’Ente per il vaglio delle opportunità e lo studio delle migliorie per il futuro.

In chiusura, quale importanza ritiene abbiano eventi come quello appena concluso?

Ci auguriamo che questo evento sia stato utile non solo per noi giovani ma anche per capire se ci sono criticità nel sistema e come risolverle per agevolare anche i colleghi senior al confronto. Noi siamo il futuro della professione ma è essenziale il presente per darci una guida e diventare professionisti e medici migliori.