La strana storia degli allineatori “fai da te”

Era il 22 novembre 2021 quando l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, attraverso il suo Presidente nazionale, Carlo Ghirlanda, comunicava alla CAO nazionale, esprimendo viva preoccupazione, la notizia del progetto di “gestione in proprio” di allineatori trasparenti promosso da una azienda multinazionale con consegna diretta del trattamento ortodontico.

La società si proponeva infatti di ‘reclutare’ Odontoiatri partner, ai quali fornire in comodato gratuito uno scanner per rilevare le impronte, compensando il professionista con una remunerazione secondo un tariffario prestabilito, rendendosi poi disponibile anche ad erogare ulteriori benefit in cambio dell’occupazione dello studio. Sarebbe poi stata l’azienda a definire la diagnosi, il progetto terapeutico e a costruire, sulla base della programmazione autonomamente definita, i set di allineatori poi da inviare direttamente al domicilio del paziente.

La segnalazione di ANDI ha portato il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale, Dott. Raffaele Iandolo ad attivare a tutti i livelli, compreso quelli ministeriali,  un allert sulle criticità e sulle conseguenze che una tale iniziativa avrebbe potuto contemplare.

A qualche mese di distanza l’azienda ha fatto una decisa “marcia indietro”, anche annullando la pubblicità degli allineatori così come erano stati proposti.

Oggi la storia si chiude con la rimozione dei manifesti pubblicitari dalla Metro di Milano, che fa seguito all’incontro avvenuto nel capoluogo lombardo tra un dirigente della multinazionale tedesca e il Dott. Andrea Senna, Presidente CAO Milano e Vicepresidente della Sezione ANDI, che ha ribadito come le leggi italiane vietino un tale approccio pubblicitario. L’incontro faceva seguito ad una convocazione da parte di CAO Milano ad una Odontoiatra ortodontista che aveva aderito al programma “fai da te”.

Un risultato che assume una forte valenza sindacale a difesa degli Odontoiatri e dei cittadini, come riportato già in precedenza nella posizione assunta dal Presidente CAO, Raffaele Iandolo:  “Una prestazione eseguita sul territorio nazionale ricade sempre nella responsabilità di chi la esegue. A questo si aggiunge che impedire, di fatto, ad un professionista di attuare un corretto percorso terapeutico, magari delegandolo ad altri in cambio di un corrispettivo economico, è sbagliatissimo, soprattutto dal punto di vista del paziente che verrebbe così privato del riferimento diagnostico e terapeutico rappresentato dal suo curante di fiducia, arrivando, con la consegna del prodotto a casa del paziente, a fare terapia ortodontica senza il dentista che – conclude il Presidente nazionale CAO – è inammissibile.”

“Statutariamente ANDI assume la tutela degli interessi materiali, morali e sindacali della categoria odontoiatrica – è il commento di Carlo Ghirlanda, Presidente nazionale ANDI- Ciò comporta la costante rappresentanza della categoria presso le Autorità nei confronti dei quali la categoria può avere rapporti ed interessi. Consentire lo svolgimento di attività terapeutiche non progettate da un abilitato per legge a tale compito costituisce una gravissima lesione non solo per la categoria ma ancora di più un gravissimo rischio medico per tutta la popolazione. Per questo motivo non abbiamo esitato a segnalare quanto a noi noto e ringraziamo il Presidente nazionale CAO Dott. Iandolo per l’immediato intervento, che appare oggi finalmente avere portato al ritiro del progetto”