L’OMS riconosce la salute orale come parte integrante del benessere generale della persona

Dopo anni di proposte, di impegno, di battaglie condotte a tutti i livelli, questa storica decisione finalmente riconosce in via ufficiale all’odontoiatria il posto che le spetta nel panorama della sanità mondiale.” 

Non usa mezzi termini Carlo Ghirlanda, Presidente ANDI, nell’esprimere la sua soddisfazione per la recente Resolution on Oral Health, approvata il 21 gennaio u.s. durante la 148a sessione del Consiglio Esecutivo OMS dalla totalità dei Paesi Membri. Il documento, presentato dalla Federazione Internazionale Dentisti (FDI) e dall’Associazione Internazionale per la Ricerca Odontoiatrica (IADR), avanza una richiesta semplice, eppure fondamentale: quella di riconoscere ufficialmente e programmaticamente la salute orale come parte integrante del benessere generale della persona. In esso vediamo formarsi l’immagine di una odontoiatria proattiva e dinamica, pietra miliare in una strategia globale atta a garantire, o quantomeno a promuovere, la possibilità di raggiungere una condizione di salute e benessere personale accessibile a tutti. Consapevolezza, programmaticità, equità e partecipazione sono i termini chiave del documento.

  La consapevolezza da raggiungere è quella del peso incisivo, preoccupante, che le patologie orali impongono alla popolazione mondiale. Secondo studi recenti, queste riguardano oltre 3.5 miliardi di persone; il primato spetta alla carie, che sembra riguardare da sola più di 2 miliardi di pazienti. Anche il tumore del cavo orale – una patologia che, se diagnosticata in tempo, risulta tra quelle più facilmente risolvibili – impone un tributo pesante alla popolazione globale, con oltre 180mila decessi annui. Consapevolezza dei numeri, quindi, e degli elevatissimi costi, di un fenomeno preoccupante; ma ancor di più, consapevolezza delle cause. La Risoluzione ricorda, infatti, come esista una stretta correlazione tra patologie dentali e malattie sistemiche dell’organismo; malattie dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, diabete, infarto, tumori. Condivisi appaiono anche i fattori di rischio: abuso di alcol, consumo di tabacco, sregolatezza nelle abitudini alimentari, segnate spesso da un insufficiente apporto di cibi salutari e una eccessiva assunzione di zuccheri. Queste le considerazioni di fondo su cui si deve basare l’azione.

  Una azione che non può non essere sistemica, interconnessa, programmatica. Come ricordato spesso dall’OMS in quest’anno terribile, questo lungo anno scandito non dai calendari, ma dai tempi della pandemia, in passato non è mancata l’azione; è mancata la capacità, per una serie di ragioni, di trasformare l’intervento mirato in prassi. Nel suo messaggio di fine anno il Presidente dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ricordato alla comunità internazionale come le misure emergenziali non possano più essere il focus principale d’azione; quello che serve, ora più che mai, è una pianificazione inclusiva e globale, in grado di considerare il benessere della persona e della comunità come un tutt’uno, in grado di anticipare i punti di criticità, non solamente di rispondere a crisi già in atto. Questo è il modello di odontoiatria che la Risoluzione propone: un modello in grado di spostare il focus dall’intervento in urgenza alla pratica costante di prevenzione, mettendo al centro la salute del paziente in una prospettiva olistica, non solo specialistica. La prassi della prevenzione non può, tuttavia, ricadere solo sulle spalle degli odontoiatri; necessita di un cambio di paradigma, deve seguire i pazienti fuori dagli studi, nelle loro case e durante le loro attività quotidiane, per farsi sistema.

  Equità e partecipazione, quindi, diventano i capisaldi di questo cambiamento, necessari per renderlo pervasivo ed efficace. Già la pandemia ha ricordato, una volta ancora, come la salute non possa considerarsi un privilegio, o una merce; in un mondo legato a maglie sempre più strette, la salute come diritto universale diventa l’unico modo per prevenire non solo aberrazioni etiche e deontologiche, ma anche rivolgimenti imprevedibili sul piano socio-economico e finanziario. Un’adesione di massa a questo modello non può avvenire, continua il documento, se non correttamente informata: da qui l’appello a tutti gli stati membri a mettersi al passo con le necessità del presente, prendendo coscienza dell’incidenza delle malattie orali sulla salute comune della popolazione, colpendo con campagne mirate i principali fattori di rischio condivisi con altre patologie non trasmissibili, includendo una vasta rete di enti e agenti operanti nella società civile (la scuola; il posto di lavoro; la famiglia) in questo progetto e, in definitiva, facendo entrare la salute orale a pieno titolo all’interno della pianificazione sanitaria nazionale.

  Il documento si chiude con delle precise richieste, rivolte tanto agli organismi internazionali quanto ai singoli stati: entro il 2022, si richiede l’elaborazione di un piano di intervento internazionale in relazione alla salute orale, in linea con il Piano Internazionale di Intervento per contrastare le malattie non trasmissibili; entro il 2023, questo piano andrà reso attuativo sulla base di progetti mirati, indirizzati ad obiettivi specifici e ponderati sulla base di una griglia di valutazione condivisa. Inoltre, si avanzano delle richieste di natura previdenziale, mirate al traguardo della completa accessibilità alle cure odontoiatriche anche per le classi più vulnerabili; viene infine ricordato l’obiettivo sostenibilità per l’odontoiatria del futuro, nella forma di pratiche meno invasive per il paziente quanto per l’ambiente.

  “Dopo un anno particolarmente duro per l’odontoiatria e la salute orale a livello globale, nell’incertezza di una lenta ripresa, questo documento ci dà nuova forza,” ha commentato Ferruccio Berto, Vicepresidente Nazionale ANDI e Responsabile Commissione Esteri. “Salutiamo con grande piacere questa Risoluzione, e applaudiamo alla decisione del Consiglio Esecutivo dell’OMS, ringraziando chi ha difeso e promosso la causa della professione fino a cogliere questo importante risultato. Al di là dei suoi indiscutibili meriti, questa Risoluzione ha un significato particolare: conferma infatti il lavoro e l’impegno giornaliero di tanti, tantissimi colleghi, che finalmente vedono riconosciuti gli sforzi di tutta la categoria al livello più alto.”