Prada (Andi): bene la Camera sull’autonomia dei dentisti nell’Ordine dei medici e sulla confisca dei beni usati dagli abusivi

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In relazione all’approvazione alla Camera del disegno di legge delega al governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, il dottor Gianfranco Prada, presidente dell’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), ha dichiarato: “Sono personalmente soddisfatto, insieme a tutta ANDI, nel constatare che la politica questa volta abbia colto in pieno le indicazioni e le richieste dell’Associazione, segnando un passo importante nella storia dell’odontoiatria italiana. In particolare, mantenendo l’art.6 comma 2 lettera “r” del disegno di legge (e cancellando quanto previsto nelle lettera “t”, cioè la creazione di un Ordine autonomo e separato da quello dei medici), gli odontoiatri avranno una piena autonomia all’interno dell’attuale Ordine, come indicato dalla nostra base associativa attraverso il sondaggio che avevamo attivato, e richiesto nel febbraio scorso al ministro Fazio. L’approvazione dell’art.11, quello che finalmente sancisce il riconoscimento della laurea in Odontoiatria come laurea specialistica e che permetterà a tanti laureati in Odontoiatria di partecipare ai concorsi per dirigente sanitario all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, mette fine ad una battaglia portata avanti da ANDI da tempo. Ma la soddisfazione più grande – ha proseguitoPrada – viene dall’approvazione, avvenuta all’unanimità alla Camera, dell’art. 11, quello che prevede la confisca dei beni utilizzati dall’abusivo. Soddisfazione perché finalmente, dopo oltre sessant’anni di lotte, l’ANDI è riuscita a fare prendere una posizione netta alle forze politiche su questo grave problema di salute pubblica. Dico ANDI perché, è giusto ricordarlo, questo articolo non era presente nel testo presentato dal governo ma è stato espressamente richiesto da ANDI ai componenti la commissione Igiene e Sanità della Camera ed al ministro che lo hanno fatto proprio. Non era mai successo nella storia dell’odontoiatria e sono particolarmente lieto che abbia avuto successo la mia intuizione di utilizzare questo disegno di legge, che quasi certamente verrà approvato dal Parlamento, per inserire come emendamento un provvedimento che, nonostante sia stato ad ogni legislatura ripresentato come proposta di legge da vari politici sensibili al problema e sia condiviso da tutte le componenti odontoiatriche, mai era stata posto all’ordine del giorno parlamentare”.