Redditometro e redditest, la prova sul campo di ANDI. Libero, strumenti che bloccano l’economia


Presentato nell’ottobre 2011 il nuovo redditometro, stando agli ultimi annunci del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, dovrebbe diventare operativo ad inizio anno ed interessare le dichiarazioni dei redditi del 2009.
Lo strumento dovrebbe servire a supportare il lavoro di accertamento andando a segnalare alle Entrate  non il reddito del contribuente ma la sua capacità di spesa.

Per effettuare questo, vengono prese in considerazione più di cento voci indicative di capacità di spesa, divise in sette categorie: abitazione (abitazione principale, altre abitazioni, mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, arredi, utenze, ecc.); mezzi di trasporto (auto, minicar, caravan, moto, barche, ecc.); contributi e assicurazioni (contributi previdenziali, responsabilità civile, incendio e furto, vita, ecc.); istruzione (asili nido, scuola per l’infanzia, primaria e secondaria, corsi di lingue straniere, master, ecc.); attività sportive e ricreative e cura della persona (sport, iscrizioni a circoli, cavalli, abbonamenti pay-tv, alberghi, centri benessere, ecc.); altre spese significative (oggetti d’arte e antiquariato, gioielli, donazioni, ecc.); investimenti immobiliari e mobiliari netti (valutazione separata fra biennio precedente e anno di stima).

Il rapporto fra queste voci di spesa e il reddito dichiarato rileverà il “grado di coerenza” dei contribuenti.
La metodologia di stima si riferisce a 11 gruppi omogenei di famiglie, (coppie o single differenziati in base all’età, alla presenza o meno di figli, al numero di figli, ecc.), ai quali vengono applicati criteri di appartenenza geografica.
Per ciascun gruppo viene selezionato un campione rappresentativo di famiglie che deve esprimere “realtà normali”: la capacità di spesa rilevata deve essere in linea con le entrate dichiarate.
Se le spese effettive sono superiori al reddito, emerge una situazione di “non coerenza” che, a seconda dello scostamento (basso, medio, alto), può generare l’accertamento sintetico. Se il rischio viene considerato basso (lo scostamento tollerato è del 20%) non ci sarà nessuna conseguenza, nel secondo caso il contribuente dovrà fornire adeguati chiarimenti in assenza dei quali si procede all’accertamento sintetico basato sulle spese sostenute o su un diverso strumento presuntivo al momento in fase di studio.

Nei mesi scorsi come ANDI abbiamo testato il nuovo redditometro con risultati deludenti”, dice il Segretario Sindacale ANDI Alberto Libero. “Parametri troppo stringenti che di fatto consentono a pochissimi di essere congrui e questo non è capitato solo a noi dentisti ma a tutte le categorie professionali ed imprenditoriali che hanno testato il software. Forse è per questo motivo, per rivedere i parametri, che le Entrate stanno da tempo posticipando l’entrata a regime di questo strumento”.
Intanto nei giorni scorsi l’Agenzia delle Entrate ha messo online il Redditets, un software che permette di calcolare la coerenza del proprio reddito familiare con le spese sostenute.
Per effettuare la simulazione bisogna procurarsi molti dati, oltre 100, a cominciare da quelli riferiti al proprio nucleo familiare, il reddito, le spese sostenute nell’anno ed altre voci suddivise in 7 categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari.

Uno strumento grossolano che fa percepire ai cittadini un senso di inutile violazione della propria vita privata con i suoi vizi e virtù; quando si conosce benissimo quanto sia il giro d’affari “esente” della criminalità organizzata che vale quasi una finanziaria. Ma certo è più facile incutere timore in italiani che spesso hanno un’attività lavorativa non florida e che già attingono ai propri risparmi per vivere e quindi si troverebbero il semaforo rosso del redditest. A questo punto di fronte ad un risultato di non congruità si potranno verificare due ipotesi: o chi per timore di un accertamento dichiara un reddito maggiore pur di vivere tranquillo o chi per lo stesso timore decide di contrarre gli acquisti ( la dimostrazione è il crollo delle vendite di autovetture) ed anche le spese odontoiatriche. Se poi vogliamo anche pensare male, quanti dei cittadini che si recano in Croazia per le cure lo faranno per poter spendere liberamente i propri risparmi. Nasce quindi spontaneo chiedersi : che senso hanno redditometro e redditest se non quello di intimorire i cittadini, far crollare  gli acquisti e quindi ritardare la ripresa economica?”.

E’ possibile scaricare il Redditest a questo link: http://redditest.agenziaentrate.it/