Stabilito il numero dei posti disponibili per il corso di laurea in Odontoiatria per l’Anno Accademico 2023/24

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Il Ministro dell’università e della ricerca ha stabilito con decreto il numero di posti disponibili per l’anno accademico 2023/2024 per le immatricolazioni al corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria e sono circa 1300 ripartiti tra le varie università (Vedi QUI).

L’accesso avverrà sulla base della nuova tipologia di esame che prevede due periodi di prove, una ad aprile ed una a luglio, il TOLC, su cui è stata pubblicata una nota il 3 ottobre 2022 a cura del Segretario culturale nazionale ANDI, Bruno Oliva (Vedi QUI).

Il decreto riporta testualmente CONSIDERATA la peculiare caratteristica del corso di laurea magistrale in odontoiatria e protesi dentaria che richiede numerose esercitazioni pratiche in laboratorio e presso strutture pubbliche o private convenzionate nonché di apparecchiature specifiche, tale da rendere necessaria un’attenta e ponderata valutazione della programmazione dei posti messi a disposizione annualmente dagli atenei, in base alle complessive risorse disponibili, dopo l’approvazione dei rispettivi bilanci annuali;

La programmazione quindi dei posti risulterebbe sulla base dell’offerta formativa dei vari Atenei che potendo disporre anche di strutture private convenzionate possono decidere di ampliare la loro offerta formativa.

Rimangono però alcune criticità. Se l’offerta formativa, con le suddette necessità di esercitazioni pratiche e apparecchiature specifiche è relativa al primo anno di corso, sarà ancora disponibile quando gli studenti arriveranno al sesto anno; anno in cui dovrebbero svolgere la maggior parte delle esercitazioni pratiche?

Le università sono consapevoli della necessità di garantire il rispetto dell’attività didattico-formativa stabilità, ma sarà indispensabile un’attenta vigilanza, data la possibile fragilità di alcune risorse su cui l’attività si basa.

Oltre al problema formativo, da liberi professionisti dobbiamo valutare il fabbisogno di Odontoiatri sul territorio. Ci chiediamo se tra 7 anni i potenziali 1300 laureati italiani più gli Odontoiatri laureati all’estero (circa 1 su 4, ma il rapporto potrebbe cambiare), che oltretutto terminano il corso di studi in cinque anni, saranno effettivamente necessari?

La CAO si è già espressa sulla necessità di rivedere tali numeri tenendo conto delle lauree all’estero e delle necessità effettive del territorio, ma non vediamo nei numeri un’attenzione alle obiezioni.

Il problema è complesso e pertanto dovrebbe essere affrontato tenendo conto di tutte le variabili che possono rendere il risultato non adeguato alle necessità e ascoltando tutte le rappresentanze che nel tempo dovranno gestire o convivere con questi risultati.