Su “Il Messaggero” focus sull’abusivismo con intervista a Carlo Ghirlanda

Dentisti portieri di palazzo o autisti di bus, allarme studi abusivi nel Lazio: uno su 10 è irregolare

L’Andi, l’Associazione nazionale dei dentisti italiani: “Alla base del fenomeno la ricerca di spendere meno per le cure odontoiatriche”

È allarme nel Lazio per gli studi odontoiatrici abusivi: uno su dieci non è regolare. Degli 87 controlli dei carabinieri del Nas, il nucleo anti-sofisticazione, che sono stati fatti in tutta la Regione negli ultimi due anni (il 2021 e il 2022), 28 sono risultati non conformi. E sono sequestrati beni per 3,4 milioni di euro, per un totale di 60 mila euro di sanzioni amministrative comminate. Sette le strutture chiuse, di cui 4 a Roma. Nella Capitale la quantità dei sequestri è di circa 2 milioni di euro.

Proprio a Roma, negli ultimi due anni, nei 44 controlli svolti dal Nas sono scattate 62 sanzioni penali. Un dato che ha avuto un boom nel 2022: durante 20 controlli, 55 sono state le sanzioni penali riscontrate.

Dentisti, allarme abusivi

L’Andi, l’Associazione nazionale dei dentisti italiani, lancia l’allarme sugli abusivi. “Secondo i dati raccolti uno su dieci è abusivo”, dicono dall’associazione di professionisti. “Oltre ai diversi casi di persone con titolo da odontotecnico, ci sono anche autisti dei mezzi pubblici e portieri dei palazzi che si sono messi a fare i dentisti – spiega Carlo Ghirlanda, presidente nazionale dell’Andi – Il problema è sempre il solito: si bypassa la questione del prezzo delle cure cercando di trovare un sistema per pagare di meno. È un’azione pericolosa: si rischiano danni gravissimi”.

I dentisti dell’Andi sottolineano come ci siano problemi anche per quanto riguarda i viaggi odontoiatrici: di quelli, cioè, che vanno all’estero per curarsi. “Il motivo è sempre lo stesso: si cerca di spendere meno – aggiunge Ghirlanda – Ora la Croazia ha un po’ meno appeal da quando è entrata in Europa. Non è più una meta tra le favorite. Spesso i nostri pazienti ci raccontano di essere andati in luoghi organizzati in maniera grossolana: uno su due, di loro, non lo rifarebbe, anche perché sono spesso tornati da noi per rifare tutto daccapo”.

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Autore Giampiero Valenza – Il Messaggero