Ordinanza tamponi: i dubbi dei dentisti laziali

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Il 21 dicembre è stata pubblicata sul BURL della Regione Lazio la nuova ordinanza in materia di contenimento del rischio da COVID-19 secondo cui il personale sanitario e sociosanitario operante nelle strutture sanitarie pubbliche e private dovrà essere sottoposto ad obbligo di esecuzione di un test diagnostico per la ricerca dell’antigene del virus SARS-CoV-2 con periodicità non superiore a 10 giorni (Vedi QUI).

Appena entrata in vigore, l’Ordinanza ha già suscitato parecchi dubbi negli Odontoiatri sulla sua corretta interpretazione. Il Segretario sindacale di ANDI Roma, Antonio Lapi esprime gli aspetti che hanno suscitato maggiori incertezze.

Poiché la Direttiva parla di “strutture” e non di “studi professionali “ – dichiara Lapi -, secondo l’interpretazione data dai nostri consulenti tecnici l’ordinanza non deve interessare gli studi medici ed odontoiatrici, ma è rivolta esclusivamente agli ambulatori, ai poliambulatori, alle cliniche, alle case di cura ecc.


La normativa, peraltro, risulta di non facile interpretazione anche laddove parla di “personale sociosanitario” escludendo di fatto il personale di “interesse sanitario” quali le nostre ASO, oppure mancando di indicare chiaramente il tipo di tamponi da eseguire, se effettuarli durante l’orario di lavoro e l’ente che deve certificarli.


ANDI Roma –
conclude il Segretario sindacale provinciale- sta monitorando l’ipotesi di ulteriori sviluppi di questa Ordinanza per dare pronta e completa informazione a tutti gli Associati.

Una situazione che si auspica evolva con nuovi chiarimenti da parte della Regione, tali da consentire di fugare i dubbi emersi tra gli Odontoiatri ma che coinvolgono molti altri liberi professionisti del mondo della sanità in Lazio.